martedì 23 giugno 2015

IL PD E IL PARCO DEL BERSAGLIERE

Chi fa politica, ad ogni livello, a partire da quello locale, si assume delle responsabilità. Può capitare che la vis polemica possa indurre taluni ad affermazioni sopra le righe. Altri, ritenendo lecita ogni critica, anche personale, arrivano all’offesa. Non mancano, purtroppo, gli insulti. C’è però un limite insuperabile: la norma giuridica. Non si tratta di un’astratta linea di confine, ma di una regola di convivenza: norme di relazione e di azione che disciplinano l’agire dei cittadini e delle amministrazioni. L’insulto, in astratto è un fatto di reato, perseguibile a querela della persona offesa. L’agire delle amministrazioni pubbliche deve rispettare il principio di legalità. A fronte della violazione di norme che disciplinano un’attività regolamentata, come ad esempio quella edilizia, l’amministrazione non può che tenere un’unica condotta: reprimere l’abuso. Il potere di vigilanza, sempre nello specifico ambito edilizio, impone agli organi preposti (e non si tratta di quelli che esprimono l’indirizzo politico-amministrativo come il Sindaco, la Giunta o il Consiglio) di avviare il procedimento sanzionatorio a seguito di una denuncia. Non vi sono opzioni alternative o scelte che possano essere dettate dal tanto abusato buon senso. Ecco la ragione per cui è assolutamente inaccettabile l’inutile vociare di quegli esponenti del P.D. che, a fronte di responsabilità proprie ed evidenti di chi avrebbe agito nell’illegalità, vorrebbero ascrivere alla maggioranza che amministra la città colpe inesistenti sulla vicenda del parco del Bersagliere. Lic e C.R. non hanno, in alcun modo, determinato la situazione attuale. Al contrario: questa Maggioranza, accogliendo le osservazioni presentate dal partito democratico, ha riconosciuto nel Piano di Governo del Territorio, con grande senso di responsabilità, la vocazione del comparto, prevedendo la destinazione a servizi di interesse generale. Per poi essere ripagati con la cattiva moneta delle gratuite illazioni, strumentali a polemiche sterili e di bassa lega. A Cantù abbiamo bisogno di elevare il livello della politica, nell'interesse della città e nella consapevolezza (che la maggioranza ha dimostrato di avere) che l’ordinamento non segue il barometro o le inaccettabili baruffe chiozzotte di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità lanciando inutili proclami.

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